Romina Daniele ha vinto il prestigioso Premio Demetrio Stratos e,
ad ascoltare questo suo nuovo lavoro,
evidenzia non solo doti
vocali, potenza e versatilità, ma un notevole talento nell'interpretare il
senso della musica,
tutto ciò non disgiunto da virtù compositive.
Aisthànomai può
essere letto/ascoltato come un lavoro teorico, come un'antologia
programmatica, come
un corpo poetico-sonoro
integrale.
Nel primo caso è
indispensabile calarsi nei testi del booklet dove si approfondiscono temi
e profili dell' 'estetica'.
"Voce-Materia-Natura. Elettronica-Suono-Tecnica.
Lingua-Testo-Concetto. Ecco i tre territori in cui si dirama e attua
Aisthànomai... E sui quali si situa la mia legge di non condizione
conoscitiva: come fine espressivo deliberatamente perseguito."
Sotto il secondo aspetto si manifestano affascinanti soluzioni
interpretative/ esecutive.
La
trasfigurazione della forma canzone attraverso cambiamenti organici della
voce (Materia),
l'assimilazione vocalità-elettronica (Echo, Vero Remake II),
la sperimentazione
drammatica sul testo-voce
(Dix ans, vingt ans), la sound poetry (Vero Remake I),
la
canzone-teatro totalizzante
(Poesis I)
(...) Aisthànomai è soprattutto
incontro sensoriale
(se non sensuale) con il corpo sonante
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