|
abstract SAGGIO
Testo pubblicato integralmente presso RDM Records,
Milano, 2010.
[Visualizza il Catalogo RDM]
[...]
Thema (Omaggio a Joyce) del
1958, brano elettroacustico di Luciano Berio per voce e nastro magnetico,
è un’opera che vive delle interazioni tra diverse strutture linguistiche e
modi del fare artistico e si basa sullo studio, da parte del compositore
in collaborazione con Umberto Eco durante una prima fase del lavoro, di
tali interazioni: la poesia e la letteratura, di James Joyce; la lettura
interpretativa e la voce, di Cathy Berberian; la linguistica come presenza
di più lingue, dunque la vocalità sotto diversi aspetti
(linguistico-fonetico, antropologico, musicale). La fase finale di tale
studio è costituita dal brano per nastro magnetico, realizzato con suoni
tratti dalla voce di Cathy Berberian che legge le prime righe di Sirens,
capitolo XI dello Ulysses di James Joyce.
[...] Occorre situarsi “nello
specifico orizzonte di una filosofia dell’arte atta a comporre in una
‘grande unità’ il mondo spirituale e quello fisico”, in cui le cose si
osservano “attraverso una sorta di intuizione essenziale che consente di
cogliere le corrispondenze, le analogie e le differenze che legano
le cose.”
[...] Thema si costruisce a
partire da questa oscillazione e tensione primaria tra “oblio” e
“costruzione” che caratterizza la scrittura poetica per antonomasia.
[...] Il
montaggio è l’operazione compositiva implicante l’elaborazione dei suoni
precedentemente registrati e scelti e inaugurante l’estetica del “testo
fatto a pezzi”:
Thema di Berio costruisce un “discorso che parla dei limiti della
razionalità moderna” oltre i limiti tra le arti, mettendo in scena “un
linguaggio capace di «dire» la forza, la genesi, l’oscuro che sta alla
radice della forma” in un attraversamento che va dalla letteratura alla
musica al linguaggio multimediale.
[...]
Thema (Omaggio a Joyce) costituisce l’opera centrale di questo tipo di
attività, dal momento che “in essa trovano realizzazione musicale la
vocazione interdisciplinare dello studio milanese e gli interessi di Berio
per la linguistica e la fonetica.”
[...]
Quando Berio parla di “sintesi fra le differenti e spesso contrastanti
esperienze”
(...) egli si riferisce, in
relazione alla “condizione artigiana indispensabile”
,
ad “una nuova prospettiva umana di ricerca” (...) adoperando “a scopo
di musica i mezzi che la tecnica elettroacustica ed elettronica
mettono a disposizione” e tendendo alla ricerca “oltre i confini delle
specializzazioni artistiche e scientifiche.”
[...] Il
rapporto (o scarto), tra “musicalità della lingua”
e musica
vera e propria, costituisce il motivo iniziale di interesse di Berio ed
Eco (...) riguardanti l’uno la musica, l’altro la scrittura di Joyce (...)
lo “scrittore definitivo”, “il poeta di una nuova forma umana di
coscienza.”
I
procedimenti di elaborazione elettroacustica e il montaggio si rivolgono
contemporaneamente alla parola e al suono, riuniti nella voce,
rappresentazione della “tensione originaria a farsi lingua”,
veicolo per cui “il suono
diventa significato.”
[...] L’operazione di Berio, compositiva per eccellenza, fa del testo di
Joyce "ciò che resta del testo di Joyce."
(...) tramite il montaggio, attua
l’«atto di costruzione» di cui abbiamo fatto menzione sin dalla prima
pagina; per cui la materia in origine «disintegrata» può definitivamente
dirsi «ricomposta».
[...]
Riguardo la produzione vocale e la fisicità della materia del suono,
infine, la “risonanza” si riferisce direttamente al corpo come risonatore
di cui la voce umana veicola la produzione di suoni e rumori. Da un lato,
Berio ha classificato e riunito “in accordi quasi tutte le parole presenti
nel testo secondo una scala di colori vocali” la cui disposizione
corrisponde ai “punti di risonanza dell’apparato vocale.”
Da un altro, si pone l’accento
sulla voce in quanto simbolo della presenza corporea e segno espressivo
della stessa, non già mezzo della comunicazione verbale, sistema di suoni
articolati distintivi e significanti.
[...]
In tal senso la voce poetica
è “simbolo del linguaggio”, dunque nella disintegrazione del suono vocale,
parlante, è l’interdizione del puro principio linguistico e lo stabilirsi
della dimensione “delle cose”.
[...]
L’idea di poesia a cui si riferisce Berio è quella di “poesia totale”, il
cui senso “è collocato nella trama astrusa, nascosta, chiusa che è in
fondo a tutte le cose”
e per cui
l’opera poetico-musicale non ricorre ai temi quanto alle forme stesse del
linguaggio
(...)
In tal senso Thema “non vuole significare altro che la sua
struttura”
,
ovvero il costruirsi della
stessa indipendentemente da principi organizzativi teorici.
[...]
Thema si basa sul
“principio di segmentazione dell’oggetto in diversi tagli di ripresa”
– la
segmentazione del testo joyciano in voce – e della riunificazione in
un’immagine sonora completa – la ricostruzione che ne fa Berio –. Questa è
la peculiarità del montaggio, che instaura parallelismi tra la musica
elettroacustica e il cinema, e che “lascia l’avvenimento intatto –
la poesia di Joyce – e al tempo stesso lo interpreta diversamente”
– nella forma del
lavoro di Berio.
U. Eco, Le poetiche
di Joyce, Milano, Bompiani, 1966, p. 348; citato in N.
Scaldaferri, “Bronze by Gold” by Berio by Eco, Viaggio attraverso
il canto delle Sirene, cit., p. 148.
|