Il testo che segue è in archivio
è
stato scritto in occasione del concerto finale
del Premio Arci per la sperimentazione
svoltosi al Carroponte di Sesto San Giovanni (Milano)
in luglio 2011 promosso dal Centro Musica Contemporanea e vinto da
Romina.
Il programma in esso contenuto si riferisce all'evento
e alla fase di lavoro precedente e propedeutico
allo sviluppo del progetto
Spannung così come l'abbiamo. |
Presentazione della
performance e del progetto
[di Romina Daniele]
«Spannung»
è il titolo dal progetto compositivo e discografico in lavorazione dal
2009 per le Edizioni discografiche RDM Records, di cui si presentano
in anteprima alcune composizioni.
«Spannung»
è il termine con cui Martin Heidegger indica l’apertura, lo
spaziamento, la tensione (e lo struggimento) dell’essere nella
dimensione dell’autenticità dell’esistere:
mai adeguatamente discussa, essa coincide con lo stato di ricerca che
necessita di modi intimi e nuovi in seno alle articolazioni del
pensiero e degli schemi compositivi.
|
Lungo il
percorso di studi che si conduce da più di dieci anni, da un lato
filosofico-letterario, dall'altro della ricerca vocale e della
composizione del suono in studio, la musica con le nuove tecnologie
viene eletta a dispositivo di indagine, superiore ad ogni altro, nello
studio sull'uomo; così come la voce è il più potente mezzo espressivo,
dai punti di vista antropologico, fisiologico, e linguistico,
dell'uomo. |
L'aspetto portante la progettualità del nuovo lavoro è più
direttamente la stringente relazione tra concezione musicale e
concezione filosofica.
PROGRAMMA
[Voce, elettronica, testi, tutte le composizioni di Romina Daniele.
Altri crediti sono precisati;
tra parentesi il
periodo di composizione,
in
rosso i brani inediti e di prossima pubblicazione, a seguire gli altri
crediti]
Tommy Moore
[2009-2010]
Necessity (part
1)
[2009-2010]
con testo
da:
J.
Derrida,
L’écriture et la différence, Parigi, Seuil, 1968;
tr. it. La scrittura e
la differenza, Torino, Einaudi, 2002, p. 5.
Matter
[2008-2010]
Materia
[2007]
Echo
[2002-2007]
Fallacità (take
I) [2002-2007]
Fallacità (take
II) [2002-2007]
La Natura Assente
[2010-2011]
Summertime
[2002-2011]
di
George Gershwin, da Porgy and Bess, 1935.
Resonance
[2009-2010]
con testo tratto da:
J. Derrida,
Forcener le subjectile, Munich, Schirmer/Mosel Publishers;
tr. it.
Antonin
Artaud, Forsennare il soggettile,
Milano, Abscondita, 2005, p. 78.
All’esterno di me
Spannung Version
[2002-2011]
Vero (remake)
[2004-2011]
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Il
percorso di ricerca musicale, iniziato con Diffrazioni Sonore
(cd, 2005), complesso progetto discografico focalizzato sul rapporto
tra improvvisazione vocale e composizione di suoni fissati con mezzi
tecnologici, riguarda gli ambiti della vocalità estesa, delle arti
tecnologiche, dell'oscillazione tra le pratiche compositiva e
performativa e/o improvvisativa; prosegue con Aisthànomai, il
Dramma
della
Coscienza
(cd,
2008)
nei
territori della musica elettronica in studio, dell'interpretazione
poetica, della vocalità come azione umana, dell'estetica filosofica
ovvero del pensiero e dell’arte, per riguardare così più direttamente:
le relazioni tra poesia e composizione del suono, e tra
testualità aperta e vocalità estesa, in virtù di una concezione
estetica originaria (da cui il termine Aisthànomai) che
coincide con la ricerca linguistica (sui mezzi vocali e
compositivo-elettronici) e filosofica (sulle articolazioni del sistema
percettivo, sulla comunicazione intersoggettiva tra soggetto-creatore
e soggetto-fruitore, sulla necessità-volontà di conoscenza e
coscienza).
La dimensione dell'autenticità dell'esistere e lo stato di ricerca
riguardano le relazioni, sulle quali l'interesse compositivo
verte sin dalle prime esperienze.
In particolare: la coesistenza tra diversi linguaggi
da intendere "differenti ma non opposti", con le parole di Gilles
Deleuze,
e "l'indifferenziazione filosofica delle grammatiche", con le parole
di Pier Paolo Pasolini;
dunque i rapporti: tra composizione e istinto, suono e rumore,
costruzione e destrutturazione, antico e post-moderno; tra le
strutture note del pensiero e nuovi sensi e nuove articolazioni del
pensiero a cui costantemente si tende. L'interesse apprensivo per le
relazioni è a tutti i livelli dell'opera: testo, poetico e
narrativo, e il concetto di testualità; musica e dimensioni della
musicalità; vocalità estesa, dal rumore al suono, e non estesa dal
recitante al lirico; elettronica, con suoni di sintesi e/o concreti
e/o vocali puri e/o trasformati. Per cui, ciascun livello
lavora in termini di proliferazione, nel proprio interno e nel
rapporto l'un con l'altro; così a tutti i livelli dell'opera:
non il compimento ma l’apertura, non il sistema né la sua
negazione oggi anch’essa sistema, ma la tensione, che è sempre
azione, forza in atto.
D'altro lato, l’apertura, lo spaziamento, la tensione (e lo
struggimento), dell’essere nella dimensione dell’autenticità
dell’esistere, che è forza in atto, sono le condizioni dello stato di
ricerca,
da cui l'interrogazione (e la costante tensione verso la stessa) su
nuovi sensi e articolazioni del pensiero e della percezione di là
degli schemi noti, alimentando il dubbio e il vortice interiore;
condizioni della presenza e dell'autenticità dell'atto
creativo, intellettuale ed espressivo, compositivo e performativo,
reticolare e non genealogico ovvero che dalla riflessione sull'uomo
perviene alla musica e viceversa, e si svolge, in quanto unicamente
può svolgersi, attraverso di essa. Ciò implica un'identificazione a
monte tra la ricerca filosofico-linguistica e la musica, in cui i
linguaggi e le grammatiche musicali nell'esplorazione che si attua e
nei modi in cui si agisce sono filosoficamente assunti come
emblematici.
Il
percorso che si delinea è così focalizzato da un lato su una
concezione emancipata della musica e della performance, in cui,
operando nel campo della musica elettronica (con suoni di origine
elettronica) ed elettroacustica (con suoni vocali e/o trasformati
prevalentemente in studio e/o in live), il riferimento ai generi,
dal blues al contemporaneo, avviene in un territorio di
attraversamento e indifferenziazione; dall'altro sulla ricerca
sul suono e la composizione della materia sonora, in vocalità come
nella musica elettronica in studio, nonché sull’esplorazione delle
onde sonore nei domini della frequenza e del tempo, in termini sia
poetici che scientifici.
Materia timbro risonanza suoni fissati ricerca sonora e vocalità
estesa
dal rumore alla melodia, dal delicato all'aggressivo, dal recitato
all'urlato, dal sibilo al graffio gutturale alla concretezza della
temporalità della condizione umana e della dimensione
dell'autenticità dell'essere, stato di ricerca e puro atto: “tensione
della forza stessa”,
con le parole di Jacques Derrida, citato anche direttamente in una
delle nuove composizioni.
 |
Il dispositivo elettronico, al pari della musica, viene assunto come
dispositivo superiore ad ogni altro nella riflessione sull'uomo e
sulla sua realtà:
i dispositivi elettronici consentono all'uomo di osservare se stesso e
la sua realtà con un'efficacia altrimenti non auspicabile, e
rappresentano il più potente mezzo sviluppato a tali scopi dall'uomo;
si tratta di un'osservazione ravvicinata e approfondita della materia
e della poesia della materia, da cui la poesia di ogni cosa, persino
quella dell'intelletto e dei suoi meccanismi. Così è nella fotografia,
nel cinema, e nella musica elettronica, come in ogni campo di
applicazione umano e di ricerca, sino alla medicina.
Da
ciò deriva che, nella musica elettronica e concreta, la stessa
vocalità, come ogni suono o rumore, è analizzata e processata con
un'efficacia altrimenti non auspicabile. - A ciò va aggiunto il fatto
che la musica elettronica in studio con la quale si lavora
direttamente sul suono rispecchia, nella riproducibilità tecnica, la
volontà dell'autore per eccellenza, non relegando ad interprete alcuno
la facoltà di modificare il lavoro sul suono che è il risultato
immediato all'ascolto di mesi e anni di ricerca, riflessioni e scelte.
- Lungo questa linea, nell'ottica della composizione musicale come
dell'azione creativa e in rapporto ai precedenti lavori, il
progetto in corso svolge oggi una dimensione e una rappresentazione
formale precedentemente inedite, di relazione-coestensione tra poesia
e concezione poetico-musicale e analisi con i dispositivi elettronici
da cui le arti tecnologiche: da un lato l'elaborazione e la
trasformazione dei suoni in studio, dall'altro la poesia pura della
vocalità che rappresenta per antonomasia l'uomo sull'asse psico-fisico
e organico-percettivo; a congiunzione dei due poli: l'indagine nella
materia sonoro-vocale.
La voce è in primo luogo il principale e diretto mezzo espressivo
dell'uomo, dai punti di vista antropologico, fisiologico, e
linguistico;
in secondo luogo uno strumento musicale. Da ciò i riferimenti ai testi
(poetici e/o filosofici) e a vocalità intellegibile, a sonorità vocali
melodiche e di gibberish, o alla mistura di tutte. Nell'ambito dello
studio sul suono, tra i concetti di "oggetto sonoro" e "gesto
musicale" e tra la musica e le arti tecnologiche, l'emancipazione
della voce avviene nell'oscillazione tra la lingua e il concetto e gli
stili di canto, e lo sganciamento dalla lingua e dagli stili di canto,
sino ad essere anche pura materia e oggetto sonoro per eccellenza.
|
La
performance si apre con la prima delle composizioni inedite create
internamente al progetto,
Tommy
Moore
[2009-2010].
Composto a partire da suoni di sintesi additiva e modulazione di
frequenza, il brano si costituisce sulla relazione tra la materia
sonora microvariata e imponente, dominata dalle modulazioni tra rumore
bianco e dente di sega, e il canto di matrice lirica e focalizzato su
variazioni di risonanza e segnato da colpi di |
glottide,
mentre la fascia sonora singhiozza i colpi di tuoni sintetici. Dal
punto di vista tecnico, la composizione rappresenta l'emblema
dell'incontro-relazione-coestensione tra le masse sonore così
concepite e la rassicurante melodia con cui si conclude. Dal punto di
vista concettuale e poetico, esso è anche l'emblema dell'indagine che
si dichiara necessaria nei confronti dell'essere umano: il personaggio
Tommy Moore è uno della miriade presentata da James Joyce nello
Ulysses, da sfondo alle vicende del protagonista, nominato
poche volte in circostanze irrilevanti. Il riferimento metaforico non
è alle presunte avventure del personaggio, quanto alle tecniche di
scrittura joyciana per le quali: i personaggi non necessitano di
alcuna collocazione storica; le vicende narrate sono più che mai un
pretesto per l’autore che sovverte la lingua e il concetto stesso di
narrazione.
L'operazione, spesso denominata stream of consciousness, dalle
forti e ramificate implicazioni filosofiche e linguistiche,
porta all’evidenza il caos della situazione umana, e così fa il
riferimento metaforico: si evince la riflessione che l’uomo continua a
vivere nell’incoscienza-inconsistenza della condizione esistenziale
intellettuale e psico-fisica; si evincono inoltre i limiti del
linguaggio, e della trasparente adesione a questo o quel sistema
(insieme di regole), e la riflessione che creare, in qualsiasi settore
e in un’ottica interdisciplinare e reticolare, significa creare - e
tendere costantemente a creare, con ogni mezzo disponibile e cercando
ogni volta nuovi mezzi - le stesse strutture linguistiche con cui si
opera, e a partire dal disfacimento più o meno evidente di quelle
note.
|
Segue una
parte della composizione
Necessity
(part I)
[2009-2010];
anch'essa scritta nella prima fase compositiva del progetto che si
presenta e inedita, è composta a partire da suoni di sintesi additiva
e modulazioni di frequenza, dalla massa microvariata di suoni
ferruginosi e/o di richiamo industriale, scanditi temporalmente da un
unico colpo percussivo sempre identico.
La vocalità è recitante un passo
da
Derrida:
|
«Angoscia,
anche di un fiato che si mozza, da se stesso, per ritornare a sé.
Poiché parlare è sapere che il pensiero deve farsi estraneo a sé.»
Il passo viene più volte riproposto, con variazioni di tono e di
timbro vocale, per accennare e poi intraprendere un andamento che si
rivela melodico, in stile blues e/o jazz, in netto e apparente
contrasto con i materiali sonori; in quanto la reiterazione del passo
porta con sé una riflessione tanto profonda nell'intelletto e nelle
sensazioni da allontanare la voce dal passo stesso, e dalle parole,
dalla lingua, con cui si manifesta e da cui riceve contorsione, per
avvicinarla, come fosse un esorcismo, a più leggiadri e pertanto
struggenti sentimenti.
A
livello testuale, il passo citato enuclea una riflessione sulla lingua
e sulla scrittura che rappresenta uno dei concetti più amati e sentiti
del pensatore di riferimento, e rimandante a sua volta a riflessioni
tecnicamente specifiche relative: il sistema di pensiero umano, i suoi
strumenti, la lingua utilizzata nella parola e così nel pensiero, la
sostanza reale e non verbale del pensiero che probabilmente è tale a
priori del linguaggio?
Il brano
Matter
[2008-2010],
lavoro di variazione e versione in inglese, inedito, internamente al
progetto in corso, del precedente
Materia
[2007]
edito in Aisthànomai il Dramma della Coscienza, fa da ponte
verso la parte del concerto dedicata al precedente progetto
compositivo e discografico, del quale seguono inoltre i brani
Echo, Fallacità (take I),
Fallacità (take II) [2002-2007].
Nei
primi due, fasce sonore di base armonica sono lavorate in termini di
risonanza interna da sfondo alla vocalità che con testo prima in
inglese e poi in italiano esprime, in maniera più diretta che in ogni
altro momento del concerto, la propria plasticità attraverso le
maschere e i registri;
negli altri brani, al concetto di fascia micro-variante su base
armonica si aggiunge l'ideale contrappunto sia rumoristico che
melodico del rapporto tra le varie voci o fasce, nel minuzioso lavoro
pregresso di costruzione del suono e di spazializzazione, nell'ottica
delle relazioni e della coestensione di elementi diversi da un lato
e dell'idea del tra compositivo come "prolungamento del passato
nel presente" dall'altro.
Le
voci sono sia di natura vocale (secondo la logica compositiva
inaugurata con il montaggio-opera alla base di Diffrazioni Sonore)
sia di natura elettronica. Il tutto rigorosamente non scandito da
elementi temporali, se non con i suoni identici di tono e timbro basso
che man mano emergono a scandire la vocalità e le masse sonore nel
primo take di Fallacità, per poi divenire evidenti nel secondo.
Il materiale testuale di queste composizioni è poetico, in italiano e
inglese, pubblicato integralmente con il lavoro discografico da cui
sono tratti. Il livello testuale è rappresentato emblematicamente dal
concetto di apprensione alla ricerca spirituale con riferimento alle
coscienze individuali.
Caratterizzata da un intervento improvvisativo di voce sola, la
composizione elettroacustica
La Natura Assente
[2010-2011]
fa parte, come il brano successivo, di una più recente o seconda fase
compositiva, anch'essa inedita, internamente al progetto Spannung.
Come tutti i lavori che si presentano qui, e originariamente
spazializzata su quattro canali, la composizione è concepita su
supporto: il lavoro compositivo è sul suono fissato, e la sua forma
finale e definitiva coincide con il supporto di riproduzione e/o con
la riproduzione spazializzata.
Viene tuttavia presentata nella versione live electronics
con alcune
varianti in riferimento agli interventi di live processing sulla voce
recitante e/o
cantante dal vivo,
che si relazionano ai materiali sonori pre-trasformati e ottenuti
durante fasi di lavoro piuttosto estese e altrimenti non proponibili.
La voce
umana è l'unico materiale originario utilizzato,
trasformata o utilizzata nella forma amplificata, in una continua
oscillazione tra le pratiche della registrazione e della
trasformazione.
La composizione
"elettro-vocale" è così del tutto riferita all'utilizzo multimediale
per cui tutto del mezzo - fonetica, antropologia, musicalità,
referenza al discorso intelligibile, a testualità reale o immaginaria
- opera in virtù del dispositivo tecnologico.
La metodologia alla base
del lavoro è spettro-morfologica, e le tecniche principali sono la
manipolazione e l'interpolazione spettrale.
Da un lato, la trasformazione è tale a partire
prevalentemente dall'esecuzione di tecniche estese, di suoni
complessi, sub-armonici e rumoristici; dall'altro, opera in termini di
continuum e morphing sonoro, di omogeneità strutturale interna
al suono e tra il suono originale e quello costituito a computer; con
apprensione rivolta ai diversi gradi di riconoscibilità della fonte,
della voce umana, che variano in rapporto ai diversi momenti della
composizione.
Anche la poetica, sulla base della ricerca condotta, si svolge in una
continua oscillazione tra perdita di senso e intelligibilità, e ha
forti implicazioni filosofico-linguistiche in relazione al rapporto
tra uomo e natura; estremamente concettuale, il testo consiste di
passi estrapolati, dal componimento poetico originale, con attenzione
ai valori puramente musicali e sonori.
Proprio l’indagine sul rapporto tra i mezzi tecnologici e il “fare
poetico” attraverso le possibilità vocali ha condotto dopo
Diffrazioni Sonore, a partire dal vivo interesse per la
multimedialità,
ad estendere la produzione alla creazione di suoni elettronici, con
particolare riferimento alla stratificazione di livelli già enucleata
con i gruppi di concetti: Voce-materia-natura.
Elettronica-suono-tecnica. Linguaggio- |
|
testo-concetto.
Pertanto, anche in vista del pezzo che segue, questa composizione può
dirsi l'emblema dello studio e del lavoro di cui il concerto che si
presenta è rappresentativo.
Segue una
nuova versione di
Summertime
[2002-2011]
di George
Gershwin; in rapporto dialettico con la precedente composizione,
anch'essa inedita, è emblematica della
dimensione di relazione-coestensione tra concezione poetico-musicale e
analisi e arti tecnologiche in cui si lavora: dove prima c'era
l'elaborazione e la trasformazione dei suoni in studio, ora c'è la
poesia pura della vocalità, e a congiunzione dei due poli, comunque:
l'indagine nella materia sonoro-vocale.
La
versione che si presenta non elabora tanto la fascia sonoro-musicale,
di cui, con toni ridotti al minimo armonico, si presenta una versione
focalizzata ancora una volta sui movimenti interni al suono; quanto la
materia sonoro-vocale dal punto di vista più plastico.
Nella
prima parte del pezzo, il canto sul testo inglese originale è
immediatamente espressivo nei registri di mezzo, enfatizzando
fortemente la tradizione a cavallo tra blues, jazz e popular music
storicamente intese; per poi affermarsi nella seconda parte con
incisività di matrice lirica - in chiara congiunzione con l'opera
originale di cui il brano è parte (Porgy and Bess) -, ma in una
rivisitazione tale al punto da eliminare ogni parola o forma testuale
e destrutturare il canto stesso spinto fino a materializzarsi anche
nel respiro e nel graffio, all'interno dell'agitazione drammaturgica e
materica propria dell'atto performativo.
A questo
punto, la parte finale della performance con le esperienze dei brani
che seguono:
Resonance
[2009-2010],
appartenente alla prima fase di lavoro e al gruppo inedito delle
composizioni iniziali (Tommy Moore e Necessity),
riconduce il percorso musicale-artistico presentato sin qui sulle
riflessioni compositive e poetiche focali al sorgere del progetto in
corso. Il temporale di suoni e la loro massa costituiscono lo scenario
nel quale la voce interviene in rapporto ai suoni di un basso
sintetico minimale, in modo simile allo stesso ma saltando sui tre
registri, di cui risalta lo scarto e la distanza, ed enunciando
quattro sole parole del passo originale in lingua francese:
LeTTRe
[lettera] Être [essere] AuTRe [altro] ÊTRETÉ
[esseità].
Le
parole, tratte da Derrida che scrive su Antonin Artaud,
e che si trascrivono nell'esatta forma grafica in cui Derrida le
scrive, rimandano per sintesi e concettualità alla problematica che si
è accennata con il passo derridiano del secondo brano, Necessity
(part I), ma con la valutazione di ulteriori connessioni e rimandi
all'opera di Artaud come alle riflessioni teoriche che scaturiscono
dalla stessa in rapporto alla interpretazione di Derrida e alla sua
stessa filosofia del linguaggio, a cui in tal senso si rimanda.
All’esterno di me
[2002-2011]
è la
nuova versione dell'omonimo brano pubblicato con Aisthànomai
nel 2008, la quale procede sulla linea del lavoro precedente e di
Summertime dal punto di vista musicale, per concentrarsi sulla
poesia pura della vocalità questa volta sganciata da ogni lingua, dal
punto di vista della materia sonoro-vocale. La voce alterna fermi toni
lirici in termini di risonanza
interna,
a
toni
docili e febbrili a tratti
spasmo- |
|
dici; per
poi concludersi con una parte di live processing del tutto
destrutturante, in cui nel campo sonoro la melodia delle più classiche
ha lasciato spazio a percussioni sintetiche che rimbalzano sui canali
stereo; mentre la vocalità in toni prevalentemente lirici singhiozza i
propri interventi in un ideale duetto con le trasformazioni in atto
tramite il computer.
L'esperienza precede quella del brano, che in numerose varianti, in
rapporto al percorso e alla messa in discussione dello stesso, chiude
ogni performance dall'inizio dell'attività,
Vero
(remake)
[2004-2011].
Originariamente composto per suoni fissati (pubblicato in
Diffrazioni Sonore) e materiale vocale non intellegibile, il brano
è stato proposto, dalla pubblicazione in Aisthànomai (2008) in
poi, per voce recitante con oggetto i passi dalle poesie Non ci
sono illusioni per me alla domanda e Assenza (o soglia del mio
dolore).
Lo
stesso viene oggi ineditamente presentato per voce recitante estesa
con oggetto il passo nell'originale francese tratto dalla
sceneggiatura di Ascenseur pour l'èchafaud (Francia, Louis
Malle, 1959); film a sua volta oggetto dello studio condotto,
contemporaneamente e non a caso alla produzione di Aisthànomai,
sui rapporti tra immagine e suono e focolare di importanti riflessioni
teoriche connesse con l'intero percorso che qui si presenta.
Su tale passo si è inoltre musicalmente lavorato in relazione ai brani
Dix Ans, Vingt Ans, Nuit sur les Champs-élysées (take I) e
Nuit sur les Champs-élysées (take II), pubblicati in
Aisthànomai,
di cui gli ultimi due di Miles Davis tratti dalla colonna sonora del
film.
«Dal
punto di vista della struttura (formale) mi ha interessato sin
dapprincipio ciò che Deleuze chiama "entre-deux-coup-de-dés": il
fra della composizione, quanto più ci possa essere di enigmatico
nel suo interno. L’obiettivo è dunque quello di esaltare i termini
del rapporto tra costruzione ed esperienza sensoria, non in
termini di conflitto ma di coestensione.» Cfr. Diffrazioni
Sonore linea teorica, booklet del cd (RDM Records, 2005-2010).
Cfr. P. P. Pasolini,
Empirismo Eretico, Milano, Garzanti, 1972, pp. 9-28. In
particolare: «“Indifferenziazione filosofica delle
grammatiche”. Dall’interpretazione di questa definizione
ricavo il senso che mi sta a cuore: Indifferenziazione dei codici
linguistici di natura filosofica. Indifferenziazione dei codici
linguistici a partire dalla ricerca conoscitiva.
Non-individuabilità dei codici (la grammatica linguistica è il
sistema, emblema di ogni sistema) all’interno della ricerca
conoscitiva.» Cfr. R. Daniele, Aisthànomai, il Dramma Della
Coscienza, linea teorica, booklet del cd (RDM Records/Romina
Daniele, Milano, 2008)
Cfr. Diffrazioni
Sonore linea teorica, booklet del
cd,
cit.; H. Bergson, Matière et memoire.
Essai sur la relation du corps à l’esprit,
Paris, Alcan, 1896; tr. it.
Materia e memoria. Saggio sulla relazione tra il corpo e lo
spirito
(a cura di A. Pessina), Roma-Bari, Laterza, p. 200.
Cfr.
R. Daniele, Aisthànomai, il Dramma della Coscienza, booklet
del cd, cit. In particolare, l’universo dell’elettronica va
considerata in connessione concettuale e fattiva con l’universo
del suono e della tecnica (nel suo senso di tecnologia); così come
l’universo della voce va considerato in connessione con quello
della materia e della natura, l’universo del linguaggio con quello
del testo e del concetto.
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